La scontatezza della serie A, con la Juventus lanciatissima verso il sesto scudetto consecutivo, tre squadre già retrocesse e soltanto tre (Roma, Napoli e Inter) realmente in corsa per due posti da Champions, con l’Europa League che non emoziona nessuno, ha prodotto il più modesto calciomercato di riparazione che la storia ricordi. Giusto così, comunque, nell’assetto politico-sportivo attuale: perché buttare via soldi per anziani mezzi giocatori o giovani dall’avvenire incerto quando comunque la permanenza nella massima serie e i diritti televisivi sono assicurati? Tutto giustamente rimandato all’estate, con il presente quasi tutto monopolizzato da svincolati e prestiti. Per questo la Juventus ha preso per l’immediato soltanto una riserva come Rincon investendo sul futuro con Caldara e Orsolini, la Roma non ha fatto sostanzialmente niente, il Napoli ha preso Pavoletti, l’Inter Gagliardini, volendo parlare soltanto di giocatori con un certo futuro. Il Milan è rimasto bloccato dalla sua incredibile vicenda societaria e naviga a vista, mentre l’Atalanta e il Genoa hanno incassato soldi veri, anzi verissimi, pensando già a programmare il futuro. Onore soltanto al Pescara, con pochissime speranze di salvezza ma che ha ribaltato sostanzialmente tutto per fare un ultimo tentativo di rimonta. I botti saranno tutti per l’estate, da Verratti a Berardi passando per Kessie, per non parlare del tormentone ‘Ibra vuole tornare in Italia’ che dovrebbe iniziare fra circa un mese. In definitiva i club forse hanno deluso i propri tifosi, ma hanno usato l’intelligenza: i giocatori di dimensione mondiale sono in questo momento imprendibili e in ogni caso non vengono più in Italia, i giochi per il campionato sono quasi fatti e le emozioni per la lotta-salvezza sono un ricordo del passato. Siamo oltre il luogo comune ‘Non ci sono più soldi’, che peraltro sentiamo da quando i soldi c’erano. Semplicemente i soldi non occorre più spenderli, per almeno tre quarti delle partecipanti alla cosiddetta competizione.
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Un commento
Lascia un commentoSostanzialmente sono assolutamente d’accordo con quanto scritto sopra però, come accaduto anche alla fine dell’ultimo mercato estivo, siamo comunque secondi dopo la Premier League come soldi spesi. Il che vuol dire tutto e niente, soprattutto se i soldi vengono spesi male ma il trend positivo delle ultime sessioni di mercato ribalta la crisi nera, toccata un paio di stagioni fa. La spending review delle squadre di serie A è comunque servita a rivalutare i vivai ed a puntare di più sui giovani e questo a vantaggio anche della Nazionale. Insomma si potrebbe quasi dire che nel nostro Campionato si spende in modo più ragionato e pensando anche al futuro. Quando arriveranno anche altri introiti oltre ai diritti televisivi ed alla compravendita dei giocatori, riusciremo, magari con gli stadi di proprietà, a riavvicinarci verament alle superpotenze calcistiche.