Le qualificate per il Mondiale 2018 stanno per definirsi, il Mondiale 2022 è ancora un punto interrogativo nonostante le date già fissate, ma già si parla del 2026. Non fosse altro che perché sarà la prima edizione monstre a 48 squadre e quindi il concetto di paese ospitante sarà necessariamente allargato. Non riusciamo ad immaginare una candidatura più forte di quella congiunta Stati Uniti-Canada-Messico, per mille motivi: non ultimo quello che la rivoluzione di origine giudiziaria in seno alla FIFA è partita proprio dalla mancata assegnazione agli USA dell’edizione del 2022. Lo United Bid Committee, presieduto da Sunil Gulati, sta marciando a pieno regime e ieri ha annunciato i nomi delle 32 città rimaste in lizza (delle 41 originarie) per ospitare la manifestazione, sempre ovviamente che le venga assegnata. È chiaramente un Mondiale statunitense mascherato da Mondiale di un continente, visto che 25 città su 32 sono statunitensi e che Gulati altri non è che il presidente della federazione USA. Tutto è ancora provvisorio, visto che almeno metà delle 32 non sopravviverà al taglio e che quindi il primo Mondiale a 48 squadre si giocherà al massimo in 16 stadi. Queste le 32 città ancora in lizza, che ci siamo permessi di mettere in ordine di probabilità di avere il Mondiale, dalla più sicura a quella senza speranze: New York, Los Angeles, Miami, Città del Messico, Toronto, Boston, Washington, Orlando, Guadalajara, Montreal, Houston, Seattle, Chicago, Dallas, San Francisco, Vancouver, Phoenix, Denver, Las Vegas, Philadelphia, Monterrey, Edmonton, Baltimora, Salt Lake City, Atlanta, Kansas City, Minneapolis, Cincinnati, Tampa, Nashville, Detroit, Charlotte. Visto il format, 16 gironcini da 3 squadre e poi eliminazione diretta fino alla fine, è possibile che le città possano essere 16 per sfamare più bocche possibile, senza contare che ci sarà da gestire anche il discutibile torneo premondiale (senza squadre della UEFA, ancora beffata) che qualificherà le ultime 2 delle 48 elette. Sembra di parlare di un futuro lontanissimo, ma in realtà tutto sarà definito fra pochi mesi, il prossimo 13 giugno durante il congresso della FIFA che si terrà alla vigilia del Mondiale russo. Unico rivale dichiarato di questa megacandidatura per il megamondiale, dopo tante manifestazioni di interesse (anche dell’Inghilterra, per dirne una) finite in niente, è il Marocco. Diciamo che c’è un leggero favorito.
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Lascia un commentoSedici città per ospitare, nel migliore dei casi, una manciata di partite a testa. Stati che si assumono l’impegno di costruire mega stadi (o di adeguare gli esistenti) secondo capienze che, a manifestazione passata, rischiano di rivelarsi inutili. Non c’è dubbio che quelli della FIFA vivano in un mondo immaginario, avulso dalla realtà.
Viceversa è fuor di dubbio che occorrerebbe agire in senso contrario, Non 48 né 32 né 24 squadre e neppure 16, ad ammetterla tutta. Buon senso, infatti, suggerisce oramai di limitare il Mondiale alle vincitrici delle Coppe Continentali con l’aggiunta della Nazionale del Paese ospitante: una sorta di Confederation Cup con un paio di stadi da impiegare e una quindicina di giorni di competizione. D’altro canto, per quanto si possa volere bene a codesto sport, è pur sempre qualcosa che alla fine induce la gente (compresi gli addetti ai lavori) a ragionar coi piedi anziché colla propria testa.
Io spero proprio che la FIFA cambi idea, perché 48 squadre per la fase finale dei Mondiali mi sembrano davvero troppe. Ritengo che 32 sia il numero migliore, inoltre io resterei con la formula attuale per la fase finale: 8 gironi da 4 squadre, con due promosse per girone, poi ottavi, quarti, semifinali e finali, sia per il primo posto che per il terzo.